Non è l’invulnerabilità, il superpotere che si ottiene evitando e rifutandosi di mangiare, l’invulnerabilità verso la sofferenza interna che per qualche motivo si prova. Non è controllando il cibo, il corpo, il mondo e le persone a noi più strette che lo abitano anche attraverso il mettere in scena il nostro disturbo, che ci aggiudicheremo la via della felicità e della libertà da ciò che ci ha fatto del male, da chi ci fa del male, da chi ci fa stare male o da cosa ci fa sentire uno schifo adesso… abbiamo intrapreso solo una strada sbagliata che ci porterà verso un’ulteriore prigione della mente e in quella prigione diverremo più soli e più deboli.
L’illusione del controllo ci farà perdere la rotta della nostra complessiva vita, passando dall’astinenza dal cibo fino all’evitamento di qualsiasi sensazione piacevole e alla percezione distorta del corpo che come se lo osservassimo con delle lenti deformanti più dimagrisce e più verrà da noi visto grasso.
I criteri standard per una diagnosi di anoressia nervosa sono:
- una magrezza estrema (non costituzionale ma volontaria), con rifiuto di mantenere il peso al di sopra di una soglia minima ritenuta normale (anoressico è un soggetto con peso sotto l’85% di quello previsto in base all’età ed all’altezza e/o l’indice di massa corporea (BMI) inferiore a 15,5);
- una forte paura di ingrassare anche in presenza di evidente sottopeso;
- una preoccupazione estrema per il peso e l’aspetto fisico, che include sia un’alterazione del vissuto corporeo, sia un’importanza eccessiva al peso a scapito dell’autostima; o ancora il rifiuto di ammettere la gravità delle proprie condizioni fisiologiche;
- il non essere soddisfatti del proprio corpo (costituisce il fattore di rischio più elevato);
- nei pazienti di sesso femminile, un’amenorrea (sospensione del ciclo mestruale) da almeno tre cicli consecutivi dopo il menarca.
Il disagio psicologico può esprimersi attraverso l’ansia o la depressione.
È possibile individuare due sottotipi di anoressia nervosa:
- restrittivo;
- con condotte di eliminazione (quali vomito autoindotto, uso di lassativi, diuretici, o clisteri) e abuso di esercizio fisico per consumare più calorie possibili.