Cura Depressione a Cecina, Rosignano, Livorno, Volterra, Pisa

Depressione

Cura Depressione a Cecina, Rosignano, Livorno, Cenaia, Volterra. Psicologa e Psicoterapeuta Laura Biasci.

La depressione è l’incapacità di provare emozioni. La depressione è la sensazione di essere morti mentre il corpo è ancora in vita.
Erich Fromm

Depressione

Molto spesso abusiamo delle parole che rientrano nel vocabolario della psicopatologia usandole impropriamente e con una grande leggerezza.

Ad esempio è capitato a tutti, almeno una volta nella vita o alla settimana di dire: “Sono in paranoia!” magari senza conoscere effettivamente il significato clinico della parola, oppure uscirsene con espressioni del tipo: ”Mmmh come sono depresso oggi!” .

Ecco, nel 99% dei casi il “sentirsi depresso” è rappresentato usualmente da nervosismo derivato dalle insidie della vita quotidiana o da tristezza passeggera ecc.

È possibile anche attraversare una fase nella vita dove effettivamente si è giù di morale, magari a causa di eventi che vanno momentaneamente a compromettere l’equilibrio della persona facendola arretrare, se non addirittura bloccare, nella propria progettualità vitale (una malattia, la chiusura di una relazione, un lutto, difficoltà sul lavoro ecc).

Spesso arrivano da me pazienti che si definiscono impropriamente depressi… e usualmente se ridono con me, quando infrango la loro “certezza”… sono ancora più convinta che non lo siano.

Come si manifesta dunque questa brutta malattia chiamata depressione?

Nel momento in cui si assiste ad una rinuncia globale e una persistente e pervasiva sensazione di resa verso la vita si può davvero parlare del “male oscuro”.

Ultimamente con l’ingresso dei farmaci antidepressivi di nuova generazione si è diffusa l’idea che questa sia una malattia quasi completamente di matrice biologica.

Nonostante circa un 10-13% dei quadri depressivi possano considerarsi di natura fisiologica, molto spesso la depressione sembra essere il risultato di eventi sfavorevoli che vanno a rompere l’equilibrio di una persona.

Solo alcuni esempi: ossessioni, disturbi d’ansia, fobie, problemi sessuali, problemi di relazione possono divenire le cause dell’atteggiamento reiterato e cronicizzato della rinuncia che conduce alla depressione.

Dagli studi condotti al Centro Di Terapia Breve Strategica di Arezzo, si evince quella che rappresenta infatti la tentata soluzione principe del depresso: la rinuncia.

Per rinuncia si intende un pervasivo atteggiamento di passività portato avanti dalla persona depressa che sentendosi incapace e non trovando la motivazione per vivere, perde la speranza e la voglia di fare al punto da avere difficoltà ad affrontare ogni ben che minima incombenza quotidiana, in autonomia.

Parlando con i familiari dei pazienti depressi, spesso importanti se non fondamentali nel processo terapeutico per affrontare questo tipo di patologie, si nota come il rifiuto ad agire e la totale incapacità di provare piacere si accompagnino ad altre due modalità disfunzionali prepotenti nella quotidianità del caro sofferente: la delega, egli delega agli altri tutto ciò che non si sente di fare, e una modalità di eloquio specifica che lo contraddistingue, il lamento.

L’interazione con le persone vicine al paziente da parte del terapeuta è utile per addestrarle a non rendersi schiave delle pretese del malato e per costruire un “team” terapeutico funzionale e necessario a stanare il paziente dalla condizione depressiva.

Molte volte si pensa che aiutare questi pazienti, sia praticamente che con modalità consolatorie, sia la migliore strategia possibile, ma in realtà non è così perché con le migliori intenzioni, per dirla alla Marx, si vanno anche in questo caso ad ottenere i risultati peggiori, permettendo alla persona di mantenersi nel suo stato di passività.