La persona che soffre di questo severo disturbo d’ansia è pervasa perennemente da uno stato d’ansia infaticabile e collateralmente da sintomi come, irrequetezza, affaticabilità, difficoltà nel concentrarsi, vuoti di memoria, tensione muscolare, disturbi del sonno.
Questa convivenza forzata con uno stato continuativo di malessere, di apprensione, allerta e attesa costante di qualche evento minaccioso, rende la vita del soggetto estremante faticosa e insoddisfacente.
Tale invalidante condizione clinica può avere per la persona che ne soffre importanti ricadute anche sul piano relazionale, sociale e lavorativo.
L’ansia rispetto alle relazioni sociali (paura del giudizio degli altri, timore di arrossire in pubblico) può condurre a sviluppare disturbi come la fobia sociale e/o manie di persecuzione e paranoia.
In questo caso il paziente teme di essere rifiutato dagli altri e per tale timore eviterà di entrare in relazione con altre persone confermando, però a se stesso la sua incapacità.
Nelle situazioni nelle quali non sono presenti blocchi invalidanti, la persona descrive sensazioni di insoddisfazione generale e affaticamento alle quali non sa darsi una spiegazione razionale e alle quali non sa trovare una causa scatenante.
È facile incontrare soggetti che convivono con il timore costante che le cose vadano male, questi sono i soggetti che continuamente rimuginano nella quotidianità su possibili scenari negativi della loro vita costruendo dentro di se continue profezie catastrofiche.
Essendo così turbati ed avendo la vita intossicata da questi pensieri negativi, queste persone saranno portate a non vivere serenamente e a pieno la propria esistenza e non saranno in grado di accedere a pieno alle proprie potenzialità, un po’ come se fossero murati vivi nella scatola del terrore, con un file rouge mentale che suona più o meno così…”se non mi muovo…probabilmente non accade…..” che condurrà la persona a sviluppare tutta una serie di evitamenti (cose che la persona eviterà di fare e non fare) per scongiurare il verificarsi delle idee profetiche sulla sua vita.
Possiamo trovare persone che non sentendosi all’altezza evitano in anticipo situazioni per paura di fallire confermando così la propria incapacità (colloqui di lavoro, esami, interrogazioni, compiti in classe, parlare in pubblico, provini, casting, cene o uscite tra amici ecc) molto spesso inibendo e soffocando i loro sogni e le loro ambizioni e lasciando spazio alle più bieche frustrazioni o semplicemente privandosi di godere di piaceri semplici e del mondo e delle possibilità che riserva.
Questa patologia può insidiarsi in soggetti che hanno difficoltà a lasciarsi un passato impegnativo alle spalle, magari pregno di illusioni disilluse, torti subiti, fallimenti realizzati meravigliosamente, da apparire simile alla patologia depressiva.
In questo caso il passato non sarà stato riposto laggiù dove deve stare, nel fondale del proprio essere al mondo, ma continuerà a muoversi come uno squalo affamato nel presente del paziente, che lo vivrà come una dura condanna alla quale deve ormai sottostare e contro la quale non ha nessuna possibilità di reagire per invertire la rotta verso un futuro più florido.
Per concludere potremmo dire che per ridurre i rischi di fallimento dovuti alla proprie inadeguatezze e per difendersi dall’ansia che ne deriverebbe, la persona che soffre di disturbo d’ansia generalizzato procede nella vita come chi ha una fuoriserie in garage e va in giro con un’utilitaria.