Per diagnosticare tale problematica della sfera sessuale dal punto di vista psicologico è fondamentale escludere la possibilità che la difficoltà vissuta dalla persona derivi da uso/abuso di sostanze, cause organiche o altre motivazioni di competenza medica.
La difficoltà a raggiungere l’erezione è un disturbo che crea molto disagio nell’uomo che lo vive, sia dal punto di vista individuale che relazionale, perché lo espone al senso di inefficacia, fallimento, vergogna oltre ad andare inevitabilmente ad inficiare la comunicazione e la serenità all’interno della coppia e delle relazioni interpersonali che egli intesse.
Individualmente le tentate soluzioni principali che la persona attua per cercare di risolvere il suo problema è il mettersi costantemente alla prova, anche con partner diversi, per dimostrare di essere capaci e scongiurare futuri fallimenti o evitare completamente qualsiasi approccio sessuale per non affrontare neanche il minimo rischio di un flop.
Entrambe le tentate soluzioni sono fortemente pericolose e disfunzionali perché contribuiranno ad alimentare il senso di incapacità tanto temuto dalla persona stessa.
L’ansia da prestazione che scaturirà dal primo evento fallimentare, che potremmo chiamare il primo graffio traumatico che si inscrive nella mente della persona, creerà un circolo vizioso nel quale la persona si sforzerà, mettendosi alla prova in maniera innaturale, di ottenere una reazione fisiologica che per sua natura è naturale (l’erezione) ed a causa del suo sforzo nel provocarla volontariamente, l’andrà ad inibire.
Nel caso della seconda tentata soluzione individuata, potremmo dire che la persona “risolve” alla radice il problema non concedendosi nessun contatto sessuale e nella peggiore delle ipotesi driblando qualsiasi possibilità di rapportarsi con l’altro, per il timore di farsi tentare nell’intavolare un rapporto intimo che lo condurrebbe a dover svelare all’altro il suo problema, con l’unico risultato di peggiorare tragicamente la sua vita anche dal punto di vista della socialità.