Chi soffre di questo severo disturbo ha la tendenza a sperimentare stati d’animo e emozionali intensi e che possono cambiare rapidamente.
Queste persone hanno scarsa capacità di tollerare lo stress o difficoltà a calmarsi quando si sentono sopraffatti da emozioni negative (ansia, rabbia, tristezza, frustrazione).
Per tal motivo in questi soggetti sono frequenti, scoppi di rabbia e comportamenti impulsivi come abuso di sostanze, shopping compulsivo, rapporti sessuali a rischio, binge eating, autolesionismo e tentativi di suicidio.
Questi comportamenti funzionano per la persona da soluzioni momentanee per ridurre il loro stato emotivo ma non fanno altro che aggiungere problemi alla sua vita, rivelandosi altamente disfunzionali al loro benessere.
Le caratteristiche principali di questo disturbo sono l’instabilità e l’impulsività.
L’instabilità è evidente nelle relazioni, che usualmente sono brevi e intense e cessano improvvisamente. Tale instabilità si presenta nella propria identità, nella visione di sé, dei valori morali, dei piani per il futuro e negli affetti a causa della tendenza a passare da un’emozione all’altra.
L’impulsività è rappresentata da attività e condotte distruttive, messe in atto in maniera impulsiva (abusare di sostanze, mangiare, fare sesso, spendere ecc), eccessi di rabbia, comportamenti autolesionistici.
Correlato a questa patologia è un altissimo rischio suicidario.
Questi soggetti hanno una grande paura di essere abbandonati e tentano in ogni modo di evitare l’abbandono, a volte tramite azioni estreme e piene di disperazione o utilizzando comportamenti manipolativi.
Per via della sintomatologia descritta, queste persone hanno enormi difficoltà a instaurare rapporti e relazioni funzionali con gli altri e la relazione con loro è impegnativa anche per i familiari.
Le relazioni che intessono anche a livello amoroso si caratterizzano per l’oscillare tra idealizzazione del partner e svalutazione, atteggiamenti di estrema richiesta dell’altro e rifiuto, aggressività e sottomissione, possono nella relazione rappresentare sia la vittima che il carnefice.
Un comportamento molto frequente in questa popolazione clinica è l’autolesionismo utilizzato come forma “medicamentosa” e calmante, utile a migliorare l’umore, far defluire emozioni intense e sentimenti perpetui di vuoto.
Il disturbo borderline può essersi insediato nell’individuo precocemente e risultare ego-sintonico nel senso che la persona che ne soffre ha incapacità a riconoscerne l’origine delle sue difficoltà.
Molti pazienti contattano un terapeuta perché cadono in depressione oppure a causa di disturbi alimentari, dipendenza da sostanze ecc e molto spesso infatti tale disturbo si presenta in comorbilità con alti disturbi come: abuso di sostanze, disturbo bipolare ecc.
In sintesi secondo il DSM-5, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, per capire se una persona soffre di disturbo borderline di personalità devono essere riscontrabili almeno 5 dei seguenti aspetti:
- Presenza di comportamenti instabili e rischiosi come: gioco d’azzardo, esplosioni di rabbia, litigi violenti, binge eating
- Immagine di sé e degli altri instabile, che oscilla fra i poli idealizzazione e svalutazione (buono/cattivo; perfetto/falso)
- Relazioni instabili e intense
- Marcati e repentini cambiamenti dell’umore
- Emozioni contrastanti e di difficile gestione
- Comportamenti autolesionistici, minacce o comportamento suicidario
- Intensa paura di essere abbandonati o di restare da soli
- Sentimenti di vuoto o mancanza di scopi
- Sintomi dissociativi come sentirsi distaccati dal proprio corpo o dalle proprie emozioni
- Difficoltà a riflettere sui propri stati emotivi, sui vissuti e sulle relazioni in modo coerente e lineare.