Psicoterapia Breve Strategica a Cecina, Rosignano, Livorno, Volterra, Pisa
Approccio Terapeutico

Psicoterapia Breve Strategica

Laura Biasci, Psicologa e Psicoterapeuta.
Cecina, Rosignano Solvay, Saline di Volterra, Livorno, Cenaia

Un modello di psicoterapia pieno di cuore e speranza, che dimostra come anche i problemi apparentemente più difficili da trattare possono essere risolti.
Jeffrey K. Zeig

Terapia Breve Strategica

Come metodo principe per la cura e la risoluzione della problematica portatami dal paziente utilizzo la psicoterapia breve strategica nella quale mi sono specializzata psicoterapeuta alla Scuola di psicoterapia strategica diretta dal Prof. Giorgio Nardone a Arezzo, e che può essere definita in sintesi come l’arte di risolvere complicati problemi umani mediante soluzioni apparentemente semplici.

Nonostante certi problemi o sofferenze possano persistere da molti anni, non per questo sono necessarie altrettante lunghe terapie e complicate soluzioni.

È radicata la credenza che problemi, disagi e disturbi psicologici severi e persistenti richiedano per essere risolti di altrettanti trattamenti terapeutici lunghi e gravosi, spesso immaginati dalla persona come viaggi immersi nel doloroso passato alla ricerca delle origini dei problemi.

La maggioranza dei modelli psicologici e psichiatrici cercano di ripercorrere il passato a caccia delle cause dei problemi con la convinzione che scoperte le cause di un problema esso svanisca, ma non è così.

Nella realtà non esiste nessun nesso di logica lineare tra come un problema si è formato e come questo si mantiene in vita e come può essere in secondaria sede risolto; esiste altresì una “causalità circolare” tra come un problema si mantiene nel tempo e come i soggetti si adoperano per risolverlo.

La terapia breve strategica si differenzia da altri modelli terapeutici proprio perché rappresenta un modo rivoluzionario di riconoscere, affrontare e risolvere i problemi; è un intervento breve e focale, orientato all’estinzione dei disturbi presentati dal paziente, non è una terapia superficiale sintomatica ma un intervento radicale che ha come fine ultimo la ristrutturazione della percezione che il soggetto ha di sé, degli altri e del mondo.

Nell’ottica strategica per produrre cambiamenti è dunque necessario concentrarsi sul concetto di “tentate soluzioni” disfunzionali, ovvero quei tentativi che l’individuo e le persone intorno a lui mettono  in pratica per tentare di affrontare il  problema, disagio, disturbo che anziché risolverlo lo vanno ad alimentare.

Quando ci troviamo di fronte a una difficoltà personale, relazionale e professionale la prima cosa che ci viene da fare per risolverla è utilizzare una strategia che ci appare utile e che magari ricordiamo averci aiutati in passato;  se la strategia scelta funziona, la difficoltà si scioglierà come neve al sole, se invece la strategia da noi scelta non funzionerà come vorremmo, intensificheremo i nostri sforzi in quella direzione dal momento che quella soluzione ci apparirà nonostante tutto ancora la più logica possibile da applicare.

In queste circostanze sono proprio gli sforzi che la persona compie in direzione del cambiamento a mantenere la situazione immutata, ovvero le “tentate soluzioni” messe in atto ridondantemente dal soggetto e dalle persone vicine a lui per cercare di risolvere il problema che finiscono per alimentarlo e determinarne la persistenza.

Tali tentativi sono usualmente riconosciuti dalla persona stessa come non funzionali, ma nonostante ciò ella non riesce a far altrimenti e continua ad utilizzarli , sviluppando così una radicata sfiducia nelle possibilità di un cambiamento della propria condizione. Da un punto di vista strategico dunque per fare in modo che una situazione problematica cambi non è necessario svelarne le cause originarie, aspetto sul quale non si avrebbe alcuna possibilità di intervento in quanto il passato è passato e non è possibile modificarlo in quanto tale, ma sarà necessario lavorare nel presente su come si mantiene il problema  a causa della ridondanza delle “tentate soluzioni” utilizzate, su “come funziona” il problema piuttosto che sul “perché esiste”, sulla ricerca delle agognate “soluzioni” piuttosto che sulle cause.

L’obiettivo principe del terapeuta strategico è quello dunque di risolvere rapidamente problemi e disturbi che possono diventare invadenti ed invalidanti non solo per il paziente che ne soffre, ma anche per chi gli sta vicino puntando allo sblocco del punto di osservazione del soggetto dalla sua posizione originaria rigida e disfunzionale ad una prospettiva più elastica, funzionale e con maggiori possibilità di scelta attraverso il riemergere delle proprie capacità personali.

In questo senso nella maniera più efficace e rapida possibile, l’intervento strategico è di  tipo attivo e prescrittivo e deve produrre risultati a partire già dalle prime sedute. Se ciò non avviene, lo psicoterapeuta è comunque in grado di modificare la propria strategia sulla base delle risposte date dal paziente, fino a trovare quella più idonea a guidare la persona al cambiamento definitivo della propria situazione problematica.

In ogni modo rimaniamo dell’avviso che se una terapia funziona, deve produrre cambiamenti significativi molto rapidamente. Se ciò non avviene molto probabilmente la strategia terapeutica usata non funziona e si rende necessario cambiarla con una più funzionale.

È richiesto al terapeuta una grande elasticità mentale, unita ad un ampissimo repertorio di tecniche di intervento, tali da dare l’opportunità ad esso di cambiare rotta quando i dati fanno rilevare di essere fuori dalla direzione voluta e di studiare strategie “ad hoc” per ogni paziente specifico.

A chi si rivolge la Terapia Breve Strategica e relativi risultati (in%) di efficacia ed efficienza di trattamento nella cura dei seguenti disturbi.

Disturbi d’ansia (95% dei casi)

  • disturbo da attacchi di panico
  • agorafobia
  • claustrofobia
  • fobie specifiche (aereo, oggetti, luoghi, animali, ecc..)
  • disturbo post-traumatico da stress
  • disturbo d’ansia generalizzata
  • fobia sociale
  • paranoia

Disturbi ossessivi compulsivi (89% dei casi)

  • pensieri e/o azioni ripetitive, con o senza comportamenti ritualizzati, come ad esempio (lavarsi le mani ripetutamente, controllare più volte di aver compiuto un’azione, pulire, ordinare, disinfettare o disinfettarsi ripetutamente, dubbi, ruminazioni mentali ecc)
  • dismorfofobia (fissazioni legate all’aspetto fisico o ad una parte del corpo)
  • ipocondria

Disordini alimentari (83% dei casi)

  • anoressia
  • bulimia
  • sindrome da vomito o vomiting
  • binge eating

Depressione nelle sue varie forme (82% dei casi)

  • depressione
  • lutto
  • abbandono

Disturbi sessuali (91% dei casi)

  • difficoltà di erezione
  • eiaculazione precoce
  • vaginismo
  • disturbi del desiderio
  • dispaurenia
  • disturbi dell’orgasmo maschile e femminile
  • distrubi dell’eccitazione sessuale femminile
  • parafilie

Problemi relazionali nei diversi contesti (82% dei casi)

  • coppia e famiglia (separazioni, educazione dei figli, difficoltà comunicative, ecc)
  • lavoro (burn-out, mobbing, conflitti, cambiamenti, ecc)
  • sociale (emarginazione, stalking, bullismo, ecc)

Problemi dell’infanzia e dell’adolescenza (82% dei casi)

  • disturbo oppositivo-provocatorio
  • psicastenia
  • ansia da prestazione
  • fobia sociale o generalizzata
  • fobia scolare
  • distubo ossessivo-compulsivo
  • disturbo da deficit dell’attenzione con iperattività ADHD
  • disturbi dell’alimentazione
  • mutismo selettivo
  • paranoie o manie di persecuzione
  • disturbo da evitamento

Disturbi legati all’abuso di Internet (80% dei casi)

  • shopping compulsivo in Rete
  • online gambling o gioco d’azzardo in rete
  • trading online compulsivo
  • chat dipendenza
  • information overloading addiction: ovvero quando le informazioni non bastano mai
  • dipendenza da cybersesso

Per riassumere

La Terapia Breve Strategica è un modello di intervento innovativo, che si differenzia da tutti gli altri approcci terapeutici.

  • È un intervento terapeutico breve e focale orientato all’estinzione dei disturbi presentati dal paziente o alla risoluzione dei problemi portati. Un intervento che si concentra su un obiettivo concreto di cambiamento, concordato congiuntamente con il terapeuta.
  • Non consiste in una terapia superficiale e sintomatica, ma è un intervento radicale in quanto, oltre all’estinzione  dei sintomi, mira a destrutturare i modi disfunzionali attraverso i quali la persona percepisce e poi reagisce alla realtà, per crearne di nuovi e funzionali e ripristinare in lei un nuovo equilibrio da mantenere nel tempo.
  • È efficace: il cambiamento si verifica nell’87% dei casi (Nardone e Watzlawick, 2004) ed è duraturo, poiché non si presentano ricadute rispetto al problema presentato.
  • È indicato in primo luogo per tutti i disturbi psicologici fortemente impedenti, ovvero caratterizzati da una sintomatologia acuta (ansia, attacchi di panico, fobie, ossessioni, compulsioni, ipocondria, depressione, disordini alimentari: anoressia, bulimia, sindrome da vomito).

L’intervento è a cadenza settimanale o quindicinale da valutare caso per caso.

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